MIGRANTES - News

Giornalino “La Teranga”

20/04/2017

La Teranga è una parola di origine senegalese che si può sommariamente tradurre con ‘ospitalità’ ma che in realtà esprime molto di più: accoglienza, attenzione, rispetto e il piacere di ricevere un’ospite nella propria casa.
Ed è in questa radice etimologica africana, che trova empatia lo spirito operoso, creativo e coraggioso della Comunità MigrantesLiberi, forgiato negli anni lungo la strada dell’ascolto di persone bisognose, emarginate, violentate, abusate, con il vivo e continuo desiderio di dare loro dignità con atti vitali, non con la ribalta mediatica ma nell’anonimo silenzio del fare.

La Teranga vuole dar voce alle mani, alle idee, alle domande, di ‘storie vive’, che vengono da lontano portate sui barconi della speranza, mutando le nostre coscienze chete e addormentate dal torpore imperturbabile, che dilaga strisciante in un sistema politico-economico, che marginalizza e sconfina il ‘primato della persona’.
All’alba La Teranga vuole essere uno strumento informativo che vuole infrangere il muro di ottimismo, indifferenza e rassegnazione che la realtà vuole costruire con le sue moine artefatte, per costruire dalle fondamenta un pensare vero e colorato, giusto e vivace, bello e amabile.

Il giornalino degli immigrati, – Teranga – laboratorio didattico finalizzato all’apprendimento dell’attività di comunicazione e alla realizzazione di un free press nell’ambito del Progetto SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) denominato Come.Te eseguito presso la Casa Accoglienza Santa Croce-R. Livatino, bene confiscato alla criminalità organizzata, da Mediae20 di Sabino Liso&C. s.a.s.
Il coinvolgimento di esperti della comunicazione, con il supporto degli operatori della Comunità MigrantesLiberi ha dato voce a storie vive, che vengono da lontano portate sui barconi della speranza, per la realizzazione di uno strumento informativo che vuole narrare dalle fondamenta un pensare vero e colorato, giusto e vivace, bello e amabile sul fenomeno migratorio.

Narrando sotto forma di racconti le ‘storie vive’ di alcuni migranti e i loro sogni si vuole provare ad aprire la porta non solo della prigione esistenziale personale, che essi vivono ma anche quella immaginaria collettiva, porta oltre il quale si trova uno dei temi più difficili da affrontare, in qualunque circostanza: la violenza, la guerra, la morte l’odio a scapito dell’umanità indifesa. E’ le nostre cronache quotidiane di testate giornalistiche e talk show serali sono la testimonianza, perchè la relazione tra – immigrazione e mass media – contribuisce solo ad innescare processi di discriminazione nei confronti dell’altro, del diverso, dello straniero, del migrante e del clandestino.

Termometro sociale quest’ultimo, che ci mostra quanto ancora siamo acerbi all’idea di multiculturalismo saldatura – fra Stato e minoranza, fra italiano e straniero, fra cittadino comunitario e cittadino extracomunitario – mai eseguita, che squarcia e divide la nostra civitas generando inevitabilmente lotte sociali tra poveri.
Oggi più che mai c’è una radicalizzazione della guerra tra poveri e bisogna scendere giù all’inferno, nei sobborghi umani, nascosti e abbandonati, lasciati sui marciapiedi, in monolocali fatiscenti, in condomini sordi al grido di dolore e sofferenza e toccarli per essere sedotti e contagiati dalla loro disarmante umanità.

Giornalino “La Teranga”