MIGRANTES

MISSION

«Voi uscite per le strade e andate ai crocicchi: tutti quelli che troverete, chiamateli, nessuno escluso» (cfr Mt 22,9) «zoppi, storpi, ciechi, sordi» (Mt 15,30). Sono queste le parole con cui l’evangelista Matteo dipinge la parabola del “banchetto di nozze” al cap.22 dove il Re-Signore invita i suoi servi ad uscire, ad andare, a muoversi, a sporcarsi, a camminare per le vie, per i luoghi, per gli spazi delle città e incontrare, ascoltare e toccare l’umanità, superando l’autoreferenzialità e il narcisismo dello spirito selettivo, che scarta chiude ed esclude, che crea circoli di aria viziata da tarpare ogni carisma sano missionario.

Il cristiano è colui che, condividendo la passione di Cristo per la promozione dell’umanità, spoglia se stesso, antepone all’amore per sé l’amore per gli altri, spogliandosi di tutti quegli interessi e obiettivi che vanno in conflitto con la vera identità cristiana. Il cristiano assume la condizione di servo, facendo del gesto della lavanda dei piedi, lo stile del proprio amore al prossimo, anche se questo richiede umiliazione, farsi piccolo e ultimo a tal punto che dietro al prossimo e sotto il prossimo non c’è nessuno, ma il prossimo è avanti e primo in tutto. Questo in una parola si chiama “Carità Christi”. La carità esige dal cristiano un esercizio, lo sforzo per il superamento di sé, praticabile con azioni e pratiche esteriori e interiori che, nella spiritualità cristiana antica prendevano nome con “ascesi”. L’ascesi fa riferimento nella vita del cristiano all’aspetto ‘positivo’, all’acquisto mediante l’abnegazione e l’esercizio delle virtù in particolare l’umiltà per vivere la carità. Per evitare che il valore del singolo e della sua diversità, diventi dispersione, ci vuole un comune punto di riferimento, l’impegno di essere cristiani nel tempo e nello spazio dell’oggi. “Il proprio dono di essere uomo di essere donna diventa fecondo quando l’uno si sottomette all’altro nel timore di Cristo” (cfr. Ef 5,21).

Così avviene anche in un corpo sano: le varie membra obbediscono al corpo e sono in armonia tra di loro, sottomettendosi a vicenda per garantire il funzionamento di tutto l’organismo. Il pensiero moderno ripudia istintivamente tale principio differenziale, poiché ritenuto dannoso per la costituzione di un’armonia tra gli uomini e per il raggiungimento di una uguaglianza totalizzante. Il mondo contemporaneo teme le differenze e non riesce a pensare l’indifferenziazione come violenza. È invece la perdita stessa di queste differenze ad essere causa del disgregamento sociale e a istituire una rivalità violenta tra gli uomini. “Fermati”, ingiunge Kapuściński “Accanto a te c’è un altro uomo. Incontralo: l’incontro è la più grande, la più importante delle esperienze. Guarda il volto che l’altro ti offre. Attraverso di esso non solo ti trasmette se stesso, ma ti avvicina a Dio”. L’indifferenza, l’esclusione, la violenza che conducono a trascurare l’altro sono passi che ci allontanano dal bene, mentre la scoperta della sua differenza, quell’alterità che è “una ricchezza, un bene e un valore”, ci avvicina a esso. La vera novità e missione che oggi la Comunità Migrantesliberi vorrebbe vivere è ripartire da micro mondi, da piccole comunità familiari, da spazi relazionali umani che sanno dare coraggio, calore, ascolto e sostegno alle fasce più deboli per creare alternative concrete di speranza, di futuro, di emancipazione.

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